Molti la usano per profumare l'acqua del bagno e la biancheria, qualcuno la spruzza sul cuscino per dormire sonni più sereni e qualcun altro la porta in tavola. La lavanda è una campionessa di versatilità che siamo abituati a pensare in viola ma di cui esistono anche varietà blu, rosa e persino bianche.
Ricette al profumo di lavanda
Bella e buona
La varietà di lavanda più conosciuta è quella cosiddetta vera (nome scientifico: lavandula angustifolia). La pianta appartiene alla numerosa e olezzante famiglia delle Labiate, sottofamiglia Nepetoideae, di cui fanno parte per esempio anche salvia, menta piperita e rosmarino.
La lavanda vera, dal tipico colore viola, è quella che si usa in cucina – facendo ovviamente attenzione a scegliere piante non trattate con agenti chimici. Lina Projer, una delle autrici di ricette Migusto, raccomanda la lavanda fresca per cucinare. «Quella secca acquista a volte un sentore di fieno che ne smussa il tipico aroma», dice. In più, aggiungiamo noi, i fiori di lavanda secchi perdono il loro caratteristico e accattivante colore, perciò sono un ingrediente ideale per tisane e sali aromatici, ma per un invitante sciroppo, ad esempio, è indubbiamente meglio ricorrere a quelli freschi.
Il profumo dei ricordi
Tra un sorso e l'altro di sciroppo alla lavanda, la mente vola inevitabilmente al primo lavoretto delle elementari, il sacchettino profuma-biancheria cucito con le nostre mani, ma anche alle sterminate distese viola della Provenza. La regione francese è unanimemente considerata la patria della lavanda, e non a caso: qui la pianta viene coltivata e utilizzata fin dall'antichità. Non stupisce, quindi, che a partire dal XIII secolo sia stata scoperta anche dai profumieri francesi. Nel bacino del Mediterraneo pare invece si sia diffusa solo più tardi, ma nel frattempo ha recuperato terreno e cresce persino in Canada. Predilige i terreni poveri e asciutti, meglio se collinari, e le zone ben esposte al sole.
La lavanda in cucina
Dove sta bene il timo sta bene anche la lavanda, parola di Lina Projer. Un classico su tutti: il jus alla lavanda con cui accompagnare le costolette d'agnello. Ma in dosi misurate e abbinata, per esempio, alla menta, la lavanda è ottima anche per profumare il tè freddo di fiori o la macedonia, dove sottolinea con dolcezza l'acidità della frutta. Per i dolci la nostra autrice di ricette l'ha sposata a ingredienti dal gusto deciso quali scorza d'arancia, rum e bacche acidule, oppure corposi come latte intero e crème fraîche. «La lavanda ha bisogno, come controparte, di acidità o grasso che imbriglino il suo aroma intenso senza appiattirlo», spiega Lina. L'importante è andarci piano con le dosi, come nel caso della crème brûlée, perché se il troppo stroppia in generale, con la lavanda si rischia il disastro.
Piccola dritta golosa: pesta nel mortaio qualche fiore di lavanda fresco con dello zucchero bianco grezzo e potrai regalare ai tuoi dolci o alle tue tisane un aroma tutto particolare. In un barattolo a chiusura ermetica lo zucchero alla lavanda si conserva per diversi mesi
Campionessa di virtù officinali
Anche santa Ildegarda da Bingen, la celebre monaca medievale esperta, fra le altre cose, di erboristeria, apprezzava le qualità della lavanda – non tanto gastronomiche, quanto medicinali. «Al lendinoso si raccomanda di annusare spesso la lavanda, ché si libererà del suo tormento», si legge in uno dei suoi innumerevoli scritti. E aggiungeva: «Il profumo di lavanda rende inoltre limpido lo sguardo». Che la lavanda possieda virtù antisettiche, battericide e decongestionanti è nel frattempo scientificamente provato.
Altrettanto comprovate sono le proprietà rilassanti dei suoi oli essenziali – primo fra tutti il linaloolo, che si trova anche nel timo. E di recente alcuni ricercatori giapponesi dell'Università Kagoshima di Korimoto hanno scoperto che l'azione calmante e rasserenante della lavanda avviene esclusivamente attraverso l'olfatto.
Insomma: la lavanda è bella da vedere, gradevole quanto benefica da annusare e anche buona da mangiare – nonché da bere: lo sciroppo di lavanda proposto da Lina Projer è ottimo per addolcire i longdrink e conferisce al gin una sottile nota floreale. E per le calde sere d'estate, la nostra autrice di ricette consiglia di spruzzarne qualche goccia nello champagne. Cin cin!
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